La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
il sangue socïal si effonda, come vuol Natura, imparzialmente per sue giuste membra; dell'ossa tue, schermo agli aerei oltraggi, delle tue aque, vie
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Quando, l'alba seguente, il Beccajo affacciossi alla porta della sua casa, a sgombrarsi la mente, come il ciel si sgombrava, dalla pàvida notte
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invisa patria, e, ora, il più intenso sospiro. E, a chi, ùltimo accorso, impallidendo ristava, era detto, come Aronne si fosse recato alla nave e come
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E la pace fu, e, in gran parte, si dovette al Beccajo. Caso nuovo! quel Gualdo, cui, nell'offesa, mal soccorreva, per la tardità della idèa e la
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. Pressava dunque di provvedere al presente, dai campi del cielo mietendo, e al futuro, da quelli del mare. Reti e saette si altèrnano senza riposo. E l'anno
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. Ciascuno a suo senno. Chi non vuol stare con mè, chi non mi vuole per capo ... peggio per lui! si pigli ciò che gli tocca, e ... vada. Ampia è la
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alla porta di una capanna sua, in sui ginocchi una bimba che, a lui dormiente, gli si potèa sicura addormentar fra le braccia; una bimba cinquenne
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alla bimba, sulla quale indugiando, sembrava che ne assorbìssero la innocenza e si facèssero, nella gentilezza di lei, viepiù carezzèvoli e miti
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anzi, a nostra stessa insaputa, non va lìbera d'odio. Ma, come il Nebbioso vide le prime case, allora soltanto si accorse di ciò che stava per fare, e
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, inoltre, si sentìvano il piede malfermo su di un terreno, al quale non li legava connubio nessuno di are e di tombe, in mezzo di una natura di cui ignoràvan
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ululato due esecrazioni in tuon di spavento, e lo stesso Nebbioso si asciugava col dorso della mano il gèlido orrore che trasudàvagli in fronte. Ed
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era gelo. Giungèa egli, in quel punto, a uno spiano, cinto di audacìssimi abeti. Il raggio lunare vi si versava senza risparmio, e nel pallor di quel
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innamorate si fùsero in un lunghìssimo bacio. - È amore, questo? - dimandò Forestina in uno sbàttito di voluttà, pinta la guancia di porpurea vergogna. - O
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catena, si levò su di un braccio guardàndosi attorno. Il cielo si rischiarava. Le prime pennellate del giorno si distendèano per l'orizzonte, arancine e
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si scolorasse nel pallor dei lor visi, o dai delitti di passione affilati, o fatti ottusi da que' di abitùdine. Nè i cìnici motti di alcuno, nè i